IL PROGETTO


Il Progetto Traduzione Talmud Babilonese ha come obiettivo la traduzione digitalizzata in lingua italiana del Talmud Babilonese, un testo fondamentale della cultura ebraica non solo in campo religioso ma che tocca ogni aspetto della conoscenza umana dalla giurisprudenza alla scienza, dalla filosofia alla vita di tutti i giorni.
La traduzione commentata, con testo originale a fronte in lingua ebraica e aramaica, viene realizzata con strumenti avanzati di linguistica computazionale e l’utilizzo di un’applicazione creata ad hoc.
Il Progetto di Traduzione del Talmud rappresenta non solo uno straordinario arricchimento del patrimonio culturale italiano ma consentirà anche l’accesso a un’opera che ha caratterizzato l’ebraismo e influenzato la storia europea degli ultimi mille anni.

Uno sguardo al passato e uno al futuro.

Il progetto nasce nel 2010 quando la professoressa Clelia Piperno, costituzionalista presso l'Università di Teramo, in un incontro con Antonio Agostini, allora direttore generale per la ricerca del Ministro dell'Istruzione Università e Ricerca e rav Riccardo Di Segni, espone l'idea di tradurre il Talmud in italiano attraverso un metodo innovativo: traduttori ed informatici avrebbero progettato un software unico nel suo genere basato sul principio della macchina di Turing. Il Ministro dell'Istruzione accoglie la proposta trasformandola in uno dei tre progetti progetti speciali del CNR. Per avviare il progetto, viene firmato un protocollo di intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il MIUR. il CNR, e l'UCEI - Collegio Rabbinico Italiano che sancisce, non solo il finanziamento per sostenere il progetto, ma anche e soprattutto l'alto profilo che le istituzioni italiane conferiscono ad esso.

Il progetto nasce, evolve e si struttura con la guida scientifica ed operativa, di rav Riccardo Di Segni, Presidente del progetto, e sotto la gestione della stessa professoressa Piperno che ne assume la direzione.

La traduzione del Talmud è affidata ad un team di traduzione formato da circa 70 studiosi, fra traduttori esperti, traduttori in formazione, istruttori, revisori di contenuto e revisori editoriali, affiancati da un team di circa 10 esperti informatici e da uno staff amministrativo di due unità.

L'aspetto innovativo del progetto, che lo differenzia da tutte le altre traduzioni del Talmud e di altri testi antichi avvenute nel mondo, è l'intuizione di affiancare ai traduttori un software, ovvero un investimento anche nella progettazione e nello sviluppo di un complesso sistema informatico messo a punto dall'Istituto di Linguistica Computazionale del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa. Questo sistema, chiamato TRADUCO, è un prodotto originale del progetto ed è costantemente supportato dall'esperienza dei ricercatori di linguistica computazionale e dai tecnici informatici del CNR.