IL TALMUD


UN'OPERA MILLENARIA, UNA SAGGEZZA SEMPRE ATTUALE

Mishnà e Ghemarà

Il Talmud è essenzialmente la registrazione delle discussioni dei maestri in merito all'interpretazione delle regole della Mishnà e per questo risulta formato da due parti: la Mishnà, divisa articolo per articolo, e la Ghemarà, che è il commento e la discussione dei maestri su ogni singolo articolo, spesso mediante confronto con una toseftà o con una baraità.
Gli autori della Ghemarà hanno inserito e ordinato nel loro testo le tradizioni delle varie Scuole che hanno studiato e commentato la Mishnà, cercando di spiegarne le regole: fonti, motivi, significato delle parole, ordine di discussione, versione corretta, regole generali deducibili dai singoli casi; i Maestri hanno confrontato la Mishnà con le tradizioni tannaitiche rimaste fuori della redazione della Mishnà cercando di risolvere le contraddizioni tra le fonti e le varie interpretazioni successive; hanno discusso nuovi casi per definirne la regola.

Logica e ragionamento

I procedimenti di studio dei testi e di confronto tra le fonti impiegano una struttura caratteristica (con uno specifico dizionario di espressioni) di domande e risposte, obiezioni e confutazioni spesso concatenate e articolate.
Con diversi meccanismi di associazione di idee e di analogia, la discussione si allarga ad argomenti anche molto diversi da quello iniziale.

Insegnamenti e narrazione

Viene definita Aggadà una parte delle “estensioni” che non ha implicazioni strettamente giuridiche, un campo che riguarda l’esegesi biblica, le narrazioni, gli insegnamenti morali e di buon comportamento.
In tal modo, seppure con una sua peculiare struttura logica e organizzativa, il Talmud viene a comprendere una parte considerevole del patrimonio culturale dell’ebraismo antico.

L’importanza dei commenti

La complessità del testo talmudico ne rende praticamente impossibile lo studio senza l’aiuto di guide e di opere di commento. Nei primi secoli successivi alla sua redazione era indispensabile un Maestro per spiegare il testo agli studenti. Dall’inizio del secondo millennio la tradizione interpretativa cominciò a consolidarsi.
È della fine dell’XI secolo il lavoro fondamentale di spiegazione compiuto da rabbì Shelomò Yitzchaqì (Rashì di Troyes), che sistematicamente illustra il testo pagina per pagina. Solo poche parti non furono commentate da Rashì e il lavoro mancante fu completato dal nipote rabbì Shemuèl ben Meìr (Rashbàm). Da allora nessuna edizione del Talmud vede la luce senza il commento di Rashì.
Subito dopo Rashì, le Scuole, in cui insegnavano suoi discendenti, parenti e allievi si dedicarono a compilare “aggiunte” (Tosafòt) di approfondimento. I commenti di Rashì e gli approfondimenti delle Tosafòt rappresentano oggi un corredo indispensabile allo studio del Talmud. In aggiunta a questi, in ogni secolo sono state scritte opere di ulteriore approfondimento al testo del Talmud.

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